lunedì 29 novembre 2010

Dialog Festival "Mandè Djara" Opera Mandingo e cena africana

L'Ass.ne Le Sirene è lieta di presentare, nell'ambito del Dialog Festival 2010, lo spettacolo di teatro e musica "Mandè Djara (Dans l’Art des Griots de la cour de Sogolon)", opera mandingo, con testo e regia di Pamela Toscano e Abou Tourè. Sabato 4 dicembre (con cena africana a cura di Efo & Awa Onlus dalle ore 19:30 sottoscrizione 10€) e domenica 5 Dicembre alle ore 21.00 (ingresso a sottoscrizione libera) presso il Centro Culturale Affabulazione.
L’opera vuole essere una grande metafora. Al di là della provenienza geografica e culturale celebra un passato denso di poesia e senso. Ogni popolo ha conosciuto la sua età dell’oro, quando la parola creava la realtà e l’uomo viveva in simbiosi con la natura e il mondo invisibile. Il popolo mandingo può diventare genere umano.
Il griot, il cantastorie, l’artigiano della parola magica che crea la realtà, è depositario dei segreti della memoria collettiva. Immigrato, misconosciuto, clandestino, ha perso il suo ruolo sociale, ma non la sua natura profonda. Allora tenta, con una non celata ironia che viene dalla consapevolezza, di risvegliare i ricordi delle glorie passate. Si rivolge a tutti, attori e spettatori.
Un impianto moderno, dove una compagnia composta da artisti africani (Costa d’Avorio, Burkina faso, Senegal), insieme con artisti italiani dichiara il gioco teatrale e racconta la storia di Sogolon la brutta e il figlio Sundjata, partendo dalla diatriba nata alla morte del re Maghan. La musica aggiunge un ulteriore livello di comprensione, le musiche e i canti tradizionali vengono interpretati dall’avanguardia della musica elettronica e d’improvvisazione."Mandè Djarà" non è un rimpianto nostalgico del passato perduto, ma un invito a riconoscere i sensi nascosti dalle macerie dell’evoluzione.

AFFABULAZIONE
Piazza Marco Vipsanio Agrippa, 7h Ostia Lido (Roma)
Info e prenotazioni: 06 45432479 - 3495026538

martedì 16 novembre 2010

Dialog Festival 2010: Stage di percussioni africane con Ahmed Fofana RITMI MANDINGUE dalla tradizione alla modernità


Ass. Le Sirene Dialog Festival 2010 presenta lo Stage di percussioni africane con Ahmed Fofana RITMI MANDINGUE dalla tradizione alla modernità


L'Ass.ne Le Sirene è lieta di presentare, nell'ambito della quinta edizione del Dialog Festival, lo stage di percussioni africane con Ahmed Fofana che si terrà domenica 21 novembre dalle 16 alle 20 presso il CFP P.P.Pasolini in

Via Domenico Baffigo 143 ad Ostia.

Ahmed Fofana è nato da una famiglia griot del Mali ed è stato educato in seno alla tradizione musicale e culturaleMandingue. Artista poliedrico e di fama internazionale, suona diversi strumenti tradizionali (flauto, kora, balafon, percussioni) aprendosi alle sonorità della musica moderna.

Nel workshop saranno esaminati alcuni ritmi tradizionali dal Mali,Burkina Faso, Senegal , Guinea, Costa d'Avorio e Congo. Ahmed Fofana ha collaborato con Bjork, Ray Lema, Damon Albarn,Elíades Ochoa, Cheick Tidiane Seck, Les Go de Koteba, VieuxFarka Touré, Manjul. E’ il leader del gruppo Metis Mandingue e dirige l’orchestra di Toumani Diabate

Info e prenotazioni : 3286980126

mercoledì 10 novembre 2010

Dialog Festival: "Io è un altro" a cura di Giovanni Greco

Conferenza-spettacolo Io è un altro - l'identità negata a cura di Giovanni Greco

Piazza Guglielmo Marconi,3 Frascati

Sala degli specchi

Venerdi 19 novembre ore 17.30 – ingresso libero

L’idea che sta alla base di questo work in progress (che diventerà uno spettacolo e un documentario) è stata quella di indagare 'sul campo' un tema antico quanto il teatro, se non quanto l’umanità, che è quello dell’identità.

Il tema ha trovato infinite declinazioni e rivisitazioni, ma certo non ancora una definizione ultima: al ritorno da Buenos Aires quello che questo viaggio circoscrive è un punto di vista molto specifico, apparentemente localistico (la questione dei desaparecidos argentini), nell’ottica però di una prospettiva universale, di una possibilità di affermare la fragilità dell’essere così e non un altro, a partire da una vicenda drammatica e ancora per certi versi irrisolta.

Negli ultimi decenni, a seguito della fine della dittatura militare in Argentina (1978-1982), tra le molte nefandezze di varia natura messe in atto dal regime in quegli anni e venute alla luce, si è avuto a che fare con un fenomeno molto particolare. Grazie all’opera delle Nonne e delle Madri di Plaza de Mayo che, negli anni, non hanno mai smesso di sensibilizzare sul tema della scomparsa dei loro figli, si è venuti in contatto con una realtà poco nota e per certi versi sconvolgente. Abbandonata l’impossibile ricerca dei figli, dopo alcuni anni, le madri non si sono date per vinte e si sono messe alla ricerca dei nipoti. Questo è stato possibile perché i militari che sequestravano, torturavano e poi facevano ‘sparire’ i vari oppositori, nel caso si
trovassero davanti a donne incinta, prima di disfarsene, le facevano partorire nei campi di concentramento dove le tenevano prigioniere e poi affidavano i neonati a famiglie di altri militari che volevano un figlio e magari non potevano averne o che potessero prendersi cura del bambino/a rimasto/a senza i genitori naturali nella totale impunità e nel totale anonimato. La testardaggine delle Madri (Madres), nel frattempo diventate Nonne (Abuelas), e l’aiuto della tecnologia genetica nonché alcuni atti legislativi dei nuovi governi democratici argentini, successivi alla caduta della dittatura, hanno permesso, a
parecchie decine di ragazzi e ragazze di scoprirsi cresciute in famiglie 'abusive', alla magistratura di perseguire i crimini gravissimi commessi da queste famiglie, che però il più delle volte sono riuscite a farla franca, scappando grazie a complicità e sotterfugi, a un paese di cominciare a fare davvero i conti con il proprio passato.

Lo spettacolo-inchiesta che nascerà da questo viaggio si basa proprio su alcune di queste storie. Il 19 a Frascati andrà in scena la prima tappa in forma di racconto di un percorso che cercherà in termini teatrali di mettere insieme il punto di vista dei ragazzi 'ritrovati' con quello delle nonne, il punto di vista della vittima che non sapeva di essere vittima e il punto di vista della madre/nonna che non si arrende davanti a nessun ostacolo. Il lavoro si avvarrà del tanto materiale documentario disponibile e raccolto sul campo durante la permanenza a Buenos Aires, ma non si limiterà a metterlo insieme come atto di denuncia di un orribile misfatto, un vero e proprio crimine contro l’umanità, bensì proverà a trasporre su un piano più generale la questione della sofferenza della scoperta del sé come momento irrinunciabile dello sviluppo umano, individuale e collettivo, anche e forse proprio quando viene negato o censurato.

L’iniziativa si inserisci nella quinta edizione del Dialog Festival, iniziativa curata dall’associazione Le Sirene e realizzata con il contributo della Regione Lazio, assessorato Cultura, arte e sport.

Infoline: giovannigreco6@gmail.com